SINDROME DELLO STIGMATIZZATO

Un punto di vista trans-psichiatrico al di là del carattere dominante della “Malattia Mentale”.

Dovremmo tremare! Se i dati anamnestici che provano a raccontare senza riuscirci del vissuto di una condizione di stigmatizzazione, dopo un superficiale processo di lavaggio manipolativo della coscienza, vengono ignorati, segretati, esclusi e perfino negati, significa non solo che siamo diventati insensibili ad una condizione di sofferenza peggiore e più gravosa della stessa “malattia” ma significa pure che siamo silenziosamente consenzienti alle violente grida senza suono dello stigma, complici dello stigmatizzante, collusi con una pratica manicomiale che si conserva nell’Istituzione della Salute Mentale. Significa che abbiamo raggiunto l’ottundimento di ogni sentimento di pietà, l’intorpidimento di ogni sentimento della relazionalità empatica indispensabile anche per chi ha deciso di relazionarsi, al fine dell’emancipazione dalla sofferenza, con persone portatrici di una non più funzionale condizione di Disagio Relazionale. Di fronte al corpo di una persona narrante in mille lingue e mille pose lo stigma subìto nell’impossibilità di proteggersi e di venirne fuori dovremmo tremare. Non ci sono parole, che io vorrei trovare, sufficienti e capaci di esprimere in una descrizione lo stato d’animo e il vissuto e il sentimento, del tutto individuali e personali, del corpo di una persona stigmatizzata. Se ci troviamo nelle condizioni di non sapere e non poter e non volere tremare, senza mezzi termini, significa che lo stigma non è più esterno a noi ma che noi stessi siamo stigmatizzanti e stigmatizzati, che quello stigma ci appartiene e che, se follia c’è, i veri folli, bisognosi di terapia, siamo noi.

SINDROME DELLO STIGMATIZZATO

 

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